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SASSARI, OMCEOSS: "CARENZA DI SANGUE, OCCORRONO TERAPIE MIRATE"

 
Sassari - L’emergenza sulla raccolta del sangue, soprattutto in Sardegna, è emersa anche nel corso di aggiornamento che si è svolto sabato scorso, 15 giugno, presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri a Sassari, dove è stata organizzata la prima edizione dell’ECM “Le due facce dell’emostasi”. Responsabile scientifico il dirigente dell’Aou e tesoriere dell’Ordine, Lucia Anna Mameli.
👉I lavori si sono aperti con i saluti del presidente Nicola Addis che ha ricordato l’obbligo formativo per i medici e il ruolo dell’Ordine di controllo. Addis ha anche sottolineato il particolare momento di affanno della sanità pubblica per quanto riguarda le liste d’attesa, riproponendo un piano per creare una rete tra strutture pubbliche e private per dare risposte, in tempi accettabili, soprattutto ai pazienti oncologici. “Una situazione – ha concluso Addis – non più moralmente accettabile”.
👉La prima relazione è stata illustrata da Luisa Fenu sulla “Emofilia congenita” determinata dalla carenza del “fattore VIII”, una malattia legata al cromosoma X e che riguarda soprattutto gli uomini, mentre la donna ne è portatrice sana. Una patologia rara che comporta gravi complicanze nel complesso coagulativo. Nella diagnosi è fondamentale l’anamnesi della familiarità e la ricerca di eventuali lividi in eccesso rispetto ad un evento traumatico. La ricerca sta orientando la terapia verso la somministrazione di un farmaco sottocute, in sostituzione alle infusioni periodiche di emoderivati.
👉Si è proseguito quindi con il lavoro di Paola Maria Grazia Sanna, che ha parlato della “Risorsa plasma: dalla raccolta alla produzione e utilizzo dei plasmaderivati”. Sanna ha riferito sulle procedure di raccolta, conservazione e analisi del sangue, dei nuovi esami introdotti per isolare virus recenti come Dengue o Febbre del Nilo. Il fabbisogno di sangue per la popolazione è stato stabilito in 18 Kg ogni 1000 abitanti, attualmente si arriva a 15,3 ogni mille abitanti nelle regioni più virtuose, come al Nord Italia, mentre la Sardegna è ancora molto lontana dall’autosufficienza.
👉Del plasma raccolto il 20 per cento è utilizzato per usi clinici, mentre il restante 80 per cento è ceduto alle case farmaceutiche in cambio di farmaci salvavita emoderivati, che in alcuni casi arrivano a costare oltre 300 mila euro per ciclo terapico. Sanna ha raccomandato inoltre, visto il maggior fabbisogno dell’isola per le note questioni genetiche e la cronica carenza di plasma, “un buon utilizzo del sangue, atto di donazione volontaria”.
👉La prima parte della giornata di studi si è conclusa con l’intervento di Lucia Anna Mameli sul “Patient Blood Management nelle coagulopatie”, riferendo sulla necessità di adottare terapie con medicinali di precisione, quali l’Obizur, evitando inutili trasfusioni e utilizzando farmaci che garantiscano risposte rapide e localizzate, soprattutto in caso di trauma: una scelta consapevole per medici molto esperti, ma in questo campo la Sardegna è all’avanguardia, avendo utilizzato con successo medicinali - gravati da un costo elevato, ma di enorme efficacia e per questo motivo acquistati in collaborazione tra l’Asl di Sassari e quella di Nuoro - per garantire terapie di alta precisione nel campo dell’emostasi.
👉La seconda parte della mattinata è proseguita con la corposa relazione di Maddalena Serra su “La trombofilia congenita” e sul deficit di vitamina C, inibitore della coagulazione, nonché sulla funzione dell’eparina sulle trombosi post-operatorie.
👉L’intervento di Luigi Podda è stato invece incentrato su “la Malattia di Moschcowitz”, una patologia che colpisce maggiormente le donne tra i 30 e i 40 anni, alle quali è fortemente sconsigliata la gravidanza, dati gli esiti nefasti già entro il 3° mese di gestazione, tanto che in alcuni casi si consiglia la legatura delle tube. Podda ha ricordato come sia indispensabile il lavoro di equipe e la necessità di coinvolgere più specialisti (talvolta anche 10), quando il paziente ha necessità di plasma. La malattia di Moschcowitz, pur essendo rara, registra almeno 20 casi all’anno in Sardegna, ha una mortalità del 90 per cento e deve essere riconosciuta entro le 24 ore da quando la paziente è presa in carico dal Servizio sanitario. “Ecco perché – ha ribadito Podda – in ogni pronto soccorso è indispensabile la presenza di un internista.” Luigi Podda ha infine suggerito l’avvio di uno studio, in ambito sardo, per questa grave e rara malattia.
👉Il corso di aggiornamento si è concluso con la relazione di Sebastiano Pacifico sulla “Terapia anticoagulante: sospesa tra passato e futuro”. Un tema che ha avuto un’enorme evoluzione dagli Anni ‘50, quando gli anticoagulanti venivano somministrati con generosità, sino ai giorni nostri: “Ora – ha detto Pacifico – il Centro Trombosi valuta caso per caso, e la somministrazione è sconsigliata, per esempio, in caso di trombosi retinica”.
👉L’Ecm ha accreditato ai partecipanti a 5 crediti formativi.
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